Recensioni – La vita delle rocce

E sì, si tratta di racconti. Che ogni buon lettore dovrebbe desiderare. È un libro che parla di persone, e le persone di cui parla siamo anche noi, non importa quanto lontane da quelle narrate siano le nostre esperienze. È un libro che parla di gioie e di dolori, e di dolori nati dalle gioie. Non c’è nessun pugno nello stomaco, nessuna vicenda che di colpo ci getta nell’orrore e che così facendo ci porta a prendere una facile posizione. Qui non si prendono posizioni. Si condividono stati d’animo e si condivide un dolore che conosciamo ma che non siamo mai stati in grado di vestire di delicatezza, e del quale non vediamo le luci e le ombre. C’è il dolore fisico e c’è il dolore di una perdita. Ma il dolore vero è quello del ricordo: un padre, una gita, la consapevolezza della solitudine, la sensazione di qualcosa di ancestrale di cui non capiamo subito la grandezza. E qualche volta il ricordo può mischiarsi all’entusiasmo.

Parlando di un libro non ha senso dire che è bello, per tanti motivi che chiunque legga già conosce. Eppure questo è un libro bello. Per la scrittura di Bass che ammanta di delicatezza la verità pur non nascondendola, per la sensibilità che dà dignità alle esperienze umane senza volere renderle mitiche o mistiche. Perché avvicina al cuore degli uomini parlando di rocce o di alci. E perché è un libro che nonostante mostri il dolore è luminoso.

P.S.: Traduzione meravigliosa di Silvia Lumaca

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