Recensione- Le vite di Edie Pritchard

Larry Watson, Mattioli e Nicola Manuppelli ci hanno fatto un gran bel regalo. Grazie a tutti e tre.

Non citerò alcun passaggio perché non voglio sottrarre nemmeno una briciola del piacere che si prova nel leggere Le vite di Edie Pritchard, e temo che anche una sola frase potrebbe rivelare qualcosa che invece è giusto incontrare durante la lettura.

Nella vita cambiamo. A volte cerchiamo di adattarci alla realtà che ci circonda e a volte proviamo a forzarla, questa realtà, perché sia lei ad adattarsi al nostro sentire.
Con gli anni variano anche le priorità e il modo in cui le viviamo: ci spingono a scelte che in fondo sappiamo non rappresentarci (ma le facciamo), o ci inducono a una ribellione per affermare il nostro essere. Succede a Edie, succede a noi.

Due matrimoni, due percorsi: uno in qualche modo segnato da amore e affetto, ma anche da una sana consapevolezza – e qualche fragilità; l’altro da doveri (che non sono solo suoi, ma d’altronde chi dovrebbe farsene carico?) e una minore “leggerezza”. E poi una terza via, perché la formazione degli esseri umani non termina mai.

Ho amato questo romanzo? No, l’ho adorato.
Ho adorato la capacità di Larry Watson di cogliere il retro pensiero (quasi mai espresso) delle donne, quel modo di ragionare che per noi (le donne) è così immediatamente chiaro, normale e corretto, e che spesso rende difficile agli uomini capirci fino in fondo.

Qui riconosciamo perfettamente quello che sta alla base delle nostre scelte e del nostro vivere. Anche quando non è spiegato.

Grande comprensione del femminile da parte di Watson, e altrettanto da parte di Nicola Manuppelli che l’ha fatta passare magistralmente nella traduzione.

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