Recensione – Miss Margaret Ridpath e lo smantellamento dell’universo

È venuto il momento di parlare di questo libro. Perché l’ho terminato da un po’, e perché sto leggendo altri libri molto belli ma quando alzo lo sguardo dalla pagina vedo questa signora che mi osserva. E resto lì, pure io a guardare lei, e a ricordare il suo sentire. Quindi è ora di pagarle il tributo.

In due parole: è la storia di Margaret Ridpath, insostituibile contabile e campionessa di bridge di Paradise Falls (questo lo scrivo per chi conosce l’autore). Questi i due aspetti che sicuramente la definiscono agli occhi del mondo che la circonda. Ma le stesse cose definiscono anche la distanza abissale con ciò che Margaret è realmente: una donna che sin dall’infanzia, per carattere o esperienza, ha imparato a dividere l’umanità in due categorie, le persone di ferro (che il mondo lo gestiscono o perlomeno ne capiscono le regole) e le persone di carta stagnola. E Margaret si riconosce in una stagnola che deve convivere con il ferro senza rimanerne schiacciata.

Sembra avere una visione molto lineare di come l’universo dovrebbe funzionare: la realtà è la realtà e la verità è la verità. e tutte e due sono (devono essere) incontrovertibili. Non capisce cosa ci sia di complicato in questo. Non capisce, o non riesce ad accettare, che la realtà ha una componente soggettiva e che la verità…beh, la verità non sempre è necessaria.

Per tutta la vita Margaret cerca di adattare l’universo ad uno schema, perché in questo modo lei saprebbe esattamente dove si trova. I numeri sono ciò che più si avvicina ad una difesa. I numeri non mentono, la realtà e la verità delle operazioni matematiche sono inconfutabili. La sua è una guerra per tenere in piedi una struttura traballante; fino a che non apparirà un ragazzotto psicopatico che, insieme al già difficile secondo mandato di Nixon, cercherà di smantellarla, e lei deciderà di fermare questa “oscenità”.

Ma questa ragazza, donna, anziana, vive periodi belli, molto belli, e a volte molto lunghi, e trova sfoghi che teoricamente potrebbero essere discutibili ma che strappano sorrisi. E scopre una terza categoria di persone, quelle di segatura, sulle quali anche lei può esercitare un potere. E lo fa. Oh, se lo fa! Oltretutto perfettamente cosciente del significato. Una valvola di sfogo per una pentola a pressione. Sbaglia? Sì. La capiamo? Direi di sì. Faremmo come lei? Mah…le parole sono una cosa e i fatti un’altra, e io direi che nella stragrande maggioranza, sì, faremmo come lei.

Margaret, così magnifica, forte e fragile; la penna di Don Robertson, così magnifica e forte (fragile direi proprio di no).

Lo humour di Robertson, le ripetizioni di nomi e cognomi (tratto tutto suo), la capacità di schiudere con una breve frase tutta la complessità e le sfaccettature di un’anima (e forse anche della nostra) fanno di “Miss Margaret Ridpath e lo smantellamento dell’universo” un romanzo imperdibile e che racconta molto più di quello che può sembrare.

Robertson ha cose da dire e le dice. Ma non le urla, come altri. Uguale a nessuno, lui racconta una storia, e prima di tutto ci si deve ritrovare nel piacere (immenso) di leggere un romanzo. Tu credi di fare questo e godi di questo. I messaggi possono emergere poco a poco nella coscienza del lettore. Forse anche ben dopo aver terminato la lettura. Chi non lo avesse mai letto dovrebbe farlo.

Oppure perdere una letteratura meravigliosa.

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