Zona uno

(Nota della libraia: romanzo precedentemente pubblicato da Einaudi. Personalmente NON mi piace la scelta del nuovo editore di utilizzare la mascherina chirurgica nella nuova copertina e legare così il romanzo alla situazione che stiamo vivendo)

Una pandemia ha devastato la Terra, lasciando gli esseri umani divisi in due categorie: i vivi e i morti viventi. Guidati da un governo provvisorio stabilitosi a Buffalo, gli americani cercano di restaurare la civiltà. Il loro primo obiettivo è spazzare via da Manhattan le ultime sacche di resistenza, rappresentate da soggetti infetti che non si sono trasformati in zombie ma si trovano in uno stato semi-catatonico. Mark Spitz fa parte di una delle squadre di civili che lavorano nella zona sud dell’isola. È un personaggio tortuoso, fosco, confuso. Il suo mondo, il mondo in cui si muove, è un inferno di ludica violenza dove le tracce della follia umana e i danni di un capitalismo aggressivo coesistono con il disperato desiderio di ritrovare la propria umanità.
In Zona Uno Colson Whitehead prende il genere horror, ne distrugge gli schemi e ci restituisce un affresco allucinato e preciso di New York.

Colson Whitehead, “Zona uno”, Mondadori, € 14,00

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