
Stati Uniti, il Midwest rurale, gli anni Quaranta del Novecento. È qui che vive Speer Whitfield: un bambino ossessionato dai serpenti, dalle tartarughe, dall’acqua e dai pesci. E dal suo pene, visibilmente difettoso. L’infanzia di Speer è costellata di episodi disastrosi dai risvolti tragicomici, soprattutto quando hanno a che fare con chi lo ha cresciuto, una famiglia matriarcale, bizzarramente assortita e perseguitata dai fantasmi del passato: una zia zitella, brillante e mezzo alcolizzata, l’unica a saper interpretarne desideri e paure; un padre morto in guerra che si chiamava come lui; una madre bella come Lauren Bacall e una sorella col volto devastato dal cancro vittima di sguardi ostili. E poi il nonno, burbero e scostante con tutti ma incredibilmente premuroso verso il nipote, quel nonno proprietario della vecchia e invincibile Snakehunter, “la barca più bella di sempre”. Insieme a loro una brulicante schiera di personaggi destinati a rimanere indimenticabili nella mente di Speer e in quella del lettore.
Scritto quando l’autore aveva da poco superato i venti anni, ha la freschezza della gioventù e la saggezza della maturità. Un toccante romanzo di formazione – a volte struggente, a volte spassoso – in cui l’autore attinge a ricordi personali ma anche al mito per ricreare un passato sempre presente, dolce e triste come i paesaggi del West Virginia che descrive.
Chuck Kinder, Snakehunter, Jimenez ed., € 18,00