
Non mi interessa minimamente mettere qui un link con ciò che di questo libro dicono gli editori. Martin Eden è un capolavoro sotto vari aspetti, che esulano dalla storia in sé. La storia probabilmente molti la conoscono già, perché London ha scritto spesso romanzi parzialmente autobiografici. Qui però c’è una maestria pazzesca della scrittura e questo è anche uno dei motivi per i quali, benché comprensibile la storia, non tutti riescono ad apprezzare appieno l’opera. Il marinaio Martin Eden, nel momento in cui conosce Ruth, ragazza di ottima famiglia, ma soprattutto istruita e circondata da amici istruiti come lei, si rende conto della propria ignoranza estrema, non solo delle cose del mondo ma anche della stessa lingua per esprimerle. E lavora con ferocia su sé stesso per migliorarsi. E, come è ovvio, a mano a mano che impara “cose”, cresce la curiosità per saperne altre. La difficoltà di questo romanzo sta nel fatto che evolve seguendo l’evoluzione di Martin, il che significa che all’inizio è totalmente sgrammaticato e sintatticamente scorretto, per migliorare e diventare perfetto nell’avanzare. E’ un romanzo sull’ambizione, sulla crescita, sulla curiosità che genera curiosità, sulla volontà di migliorarsi e quindi sulla coscienza di sé. E con un finale che ha cambiato per sempre la possibilità dei finali nei romanzi (e che purtroppo chi ha visto l’ultima versione cinematografica non avrà avuto modo di apprezzare).
Jack London, “Martin Eden”, Einaudi, € 13,50