
Attorno a Downtown, la vera Houston è una distesa di parchi malmessi, immensi quartieri popolari, parcheggi, club, lavanderie a gettoni, superstrade e sottopassaggi. Qui la vita è nascosta e multiforme, colorata dai volti degli immigrati e da quelli dei loro figli, ma anche segnata da un certo tipo di destino, da possibilità lasciate per strada. È questo che cerca di trasmettere questo libro.
Fra i quartieri e gli incroci di questa Houston, Bryan Washington scrive un’opera “diversa”. Da una parte il racconto, l’istante in cui ognuna di queste vite assume il proprio significato: il pettegolezzo delle viejas, cugine ex-prostitute che leggono Calvino per dimenticare un aborto, chupacabra alla deriva, squadre di baseball queer che improvvisano una partita dopo l’ennesimo uragano. Dall’altra il romanzo, la spina dorsale di tutta la raccolta, che sembra canalizzare i sospiri di una città e dei suoi milioni di disperati: la lunga parabola di un protagonista senza nome che cresce fra l’assenza della sorella, la fuga del padre e le scelte violente del fratello maggiore, facendo i conti sia con la propria omosessualità sia con la propria complicata e immobile patria aliena, per una sorta di quasi impossibile emancipazione.
Bryan Washington, “Lot”, Racconti edizioni, € 18,00