
Quando la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta ha bussato alla sua porta, David Kepesh l’ha accolta con entusiasmo. Da allora ha giurato a se stesso che non avrebbe mai più avuto una relazione stabile con una donna, e per trent’anni ha mantenuto fede al proposito, conducendo l’esistenza dell’«uomo emancipato». Ma un giorno, nell’aula del suo corso di critica letteraria all’università, entra Consuela Castillo, ventiquattrenne, che scatena il desiderio e la gelosia del maturo professore.
«Forse, ora che mi sto avvicinando alla morte, anch’io segretamente desidero non essere libero», pensa Kepesh, ma non immagina quale sarà lo svolgimento tormentato della sua relazione con Consuela. E poiché non può fare a meno di interrogarsi sulla propria vita e sul mondo, tanto più doloroso è dover ammettere di essere in preda a una forza nuova che lo sta trascinando verso l’abisso.
Un romanzo di eccezionale intensità, dove i temi intrecciati dell’eros e della morte trovano un nuovo sviluppo tra i sogni della liberazione sessuale e l’immutata fragilità degli esseri umani.
Philip Roth, “L’animale morente”, Einaudi, € 10,00