Il mucchio selvaggio

Inserito tra i più grandi film di tutti i tempi dall’American Film Institute, Il Mucchio Selvaggio di Sam Peckinpah è la storia di una banda di fuorilegge che sono a un passo dal pensionamento. Quando la loro ultima rapina al treno va storta, i pistoleri ritirano in Messico e s’imbattono in un feroce generale della Rivoluzione Messicana, che offre loro l’occasione della vita. Concepito da uno stuntman, diretto da un regista scomodo e girato nella polvere e sotto il sole cocente del deserto messicano, il film sembrava maledetto. Invece, diventò subito un classico in grado di gettare un’ombra scura e violenta sul cinema western riscrivendone le regole. In questo suo saggio, W.K. Stratton ricostruisce l’affascinante storia del concepimento del film e documenta per la prima volta lo straordinario contributo dato dagli attori e dai tecnici messicani al suo successo. Forgiato da Sam Peckinpah, e interpretato da William Holden, Ernest Borgnine, Edmond O’Brien e Robert Ryan, il film fu anche il prodotto di un’industria e di una nazione in profondo mutamento. Nel 1968, l’anno in cui fu girato, il cinema degli studios era giunto al collasso, e l’America era profondamente scossa dal Vietnam, dagli scontri razziali e dagli omicidi di piazza. Il Mucchio Selvaggio parlava all’America in un momento in cui la guerra e la violenza più insensata sembravano permeare tanto la vita domestica quanto la scena internazionale.

W. K. Stratton, “Il mucchio selvaggio”, Jimenez edizioni, € 18,00

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