I viaggiatori (Regina Porter)

Premessa: non amo questo genere di copertine ma ogni tanto bisogna pagare pegno. I Viaggiatori è un libro che definirei “inaspettato”, per quanto riguarda la struttura. All’inizio l’impressione è che sia complicatissimo da seguire. La prima pagina è la classica “personaggi ed interpreti” di un testo teatrale e l’inizio di ogni capitolo riporta gli anni nei quali avvengono gli accadimenti narrati in un susseguirsi di salti temporali. Quindi le pagine iniziali mi sono servite per capire cosa avessi davanti e come leggerlo. Dopodiché, man mano che proseguivo nella storia di queste 3 famiglie variamente mischiate in rapporti di ogni tipo (amore, lavoro, vicinanza, amicizia) mi accorgevo che in realtà non mi interessava più molto di quale generazione stessimo parlando, ma che venivo coinvolta sempre di più dalle esperienze dei personaggi. E magicamente mentre procedevo si faceva chiara la parentela, o l’amicizia, il prima e il dopo.

L’ho finito con la bella sensazione di aver letto qualcosa di valido in quanto romanzo, di importante in quanto testimonianza e di diverso in quanto a stile. Accorgendomi anche che il cervello aveva ricevuto qualcosa su cui lavorare, non solo come concetti, ma proprio come impegno con cui leggere quello che in fondo è un romanzo. Bello.

Einaudi, € 20,00

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